Come e quando ripartirà il turismo in Italia?

In questi giorni di fine marzo 2020 l’unica certezza lavorativa che abbiamo è che il lockdown non terminerà il 3 aprile come previsto; questi giorni di clausura hanno fatto aprire gli occhi anche ai più ottimisti che speravano bastassero 15 giorni per risolvere il problema e tornare alla normalità.
La normalità di adesso invece è aspettare le 18:00 per la conferenza della protezione civile che ci aggiorna sull’andamento del virus e in base ai risultati, ipotizzare sulle date in cui potremo riaprire, perché le strutture ricettive riapriranno, non sappiamo ancora come e quando, ma arriverà un giorno in cui la gente sentirà il bisogno di svago, mare e sole, magari lo faremo senza “abbracciarci”, ma la vacanza è un bisogno quasi primario per il quale l’italiano medio è disposto anche ad indebitarsi.
Ci saranno meno soldi, ci saranno meno ferie e soprattutto ci saranno meno stranieri, non ci vuole la palla di vetro per sostenere che sarà un anno devastante per l’industria alberghiera; Le agenzie e gli intermediari subiranno il “colpo di grazia” in un mercato in cui riuscivano appena a galleggiare dopo che Booking.com e internet avessero lasciato solo le briciole; tutti i piccoli operatori e le piccole realtà dovranno combattere con le spese sperando di reggere il colpo; I grandi brand invece dovranno fare i conti con gli investimenti fatti e il sostentamento di tante spese per la gestione ordinaria. Ci aspettano scenari devastanti, peggiori del post 11 Settembre, ma cosa dobbiamo fare, chiudere?
Assolutamente no! Dobbiamo rimboccarci le maniche e affrontare il problema in maniera razionale rimodulando gli obiettivi e creando nuove strategie inedite. Allego una lista di attività che possono essere intraprese per essere pronti al momento giusto.

  1. Utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali e le sovvenzioni statali, sembra un consiglio scontato, ma magari piccole realtà senza amministrazione interna trascurano questi strumenti.
  2. Cercare di tenersi le prenotazioni ricevute fino ad adesso. L’approccio deve essere molto amichevole ed accondiscendente, questi clienti devono essere coccolati e premiati per la loro fedeltà.
  3. Per il momento, bloccare qualsiasi campagna pubblicitaria a pagamento, ma apparire nei canali ufficiali con comunicazioni per non “scomparire”.
  4. Curare l’aspetto social e dedicare più tempo alle risposte, la gente adesso sta a casa ad annoiarsi e anche noi non abbiamo la “solita” fretta.
  5. Rivedere completamente la campagna di vendita per il 2020:
    • Offrire la possibilità di pagare la vacanza a rate.
    • Puntare sul mercato interno.
    • Prepararsi ad avere una booking window molto ridotta e ricevere prenotazioni soprattutto sotto data.
    • Offrire buone offerte per lunghe permanenze.
    • Non svendersi con le offerte al ribasso, ma piuttosto trovare il momento giusto per fare offerte a tempo limitato (es. il primo giorno d’estate).
    • Rivedere completamente la politica tariffaria e renderla molto dinamica seguendo il mercato.
    • Se la struttura oltre una certa percentuale di riempimento soffre di affollamento delle aree comuni fermarsi prima e non tentare di riempire la struttura oltre quella soglia.
    • Puntare la comunicazione sulla sicurezza e sui presidi di sicurezza che verranno offerti.
  6. Sfruttare la lenta ripartenza per eseguire lavori straordinari che magari non si è mai avuto il tempo di fare negli altri anni.
  7. Dare il massimo al momento della ripartenza, tenendo conto che quelle recensioni influiranno su luglio ed agosto, la gente sarà terrorizzata dal viaggiare all’inizio, qualche bella recensione può sicuramente rassicurare il cliente.
  8. Puntare sulla sicurezza ed offrire più presidi possibile. Secondo la mia opinione questo dettaglio sarà fondamentale per il successo della stagione e non escludo che quelle strutture che saranno capaci di offrire una vacanza più sicura che a casa propria potrebbero anche creare margine in un periodo di crisi (ho già scritto un articolo dedicato a questo argomento).
  9. Prepararsi ad un clima post-bellico ed ipotizzare tutti i possibili scenari (dalla gestione di un infetto ad un bambino con la tosse in piscina), rivedere tutti gli spazi e far rispettare la distanza di 2 metri in tutte le aree comuni; riprogettare i layout dei servizi e puntare soprattutto sulla tecnologia e sulla consegna a domicilio.
  10. Ipotizzare che il periodo di vacanza quest’anno potrebbe prolungarsi ed arrivare anche ad ottobre per le strutture del centro/sud.

Tutte le mie previsioni riguardano ovviamente una riapertura in tempi ragionevoli, se volete leggere qualche previsione con i numeri è disponibile questa interessante analisi fatta da ITHIC per il mercato italiano , ma indipendentemente dai numeri e dai calcoli accurati io parto da una certezza: L’Italiano quando fa caldo in casa ci rimane solo se obbligato; finito questo lockdown la voglia di uscire sarà la più grande che abbiamo mai avuto, ci saranno meno soldi certo, ma non ci priveremo di vivere il sogno di una vacanza, non quest’anno. Le famiglie stanno passando settimane recluse con i bambini in casa, non ho dubbi che i padri saranno disposti a tutto per portarli a nuotare in qualche spiaggia o piscina, il problema però sarà quello di evitare posti affollati e dubito che spiagge libere e parchi gratuiti possano garantire quella serenità che si ha in una vacanza dove si paga per i propri spazi.
Non dimentichiamoci inoltre che le piscine sono trattate con il cloro e il mare no, sicuramente tra i consigli sulla prevenzione tra un po’ parleremo anche di questo e il binomio piscina-sicura potrebbe veramente essere quel dettaglio che condiziona la scelta di una vacanza. Non dimentichiamoci inoltre che quest’anno verrà a mancare tutta quell’offerta del mercato internazionale, mete come l’Africa, Asia e Sud America ripartiranno con molta lentezza e tutti questi viaggiatori saranno “costretti” a rimanere in Italia, numeri che in parte compenseranno la mancanza di incoming.
La cosa più importante in questo momento è rimanere lucidi ed essere consapevoli che ripartiremo, ma cambieranno le nostre abitudini. Ci sarà un clima di incertezza certo, ma dobbiamo essere rapidi ed adeguarci e cogliere l’attimo per essere pronti al momento giusto con il prodotto giusto e il prezzo giusto.

 

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