Dopo quasi 4 mesi qua a Cuba inizio a tirare le somme e a cominciare a capire come vive questo popolo meraviglioso. Prima di venire qua mi immaginavo un paese di comunisti, di rivoluzionari convinti su un sistema che è un utopia. Tutti felici e tutti ricchi alla stessa maniera, chi poteva garantire questo? La mia idea era quella di venire qua e confermare il fallimento di un sistema, ma invece giorno dopo giorno ho dovuto ricredermi e anche se senza dubbi hanno molte difficoltà posso dire con certezza che questi cubani non se la passano così male. Per giudicare questo paese obiettivamente dobbiamo decidere se guardarlo come un paese del terzo mondo del Sudamerica o come un paese del “primo” mondo come i nostri Europei. Sicuramente rispetto all’Italia e agli altri paesi del nostro continente si notano delle difficoltà, i paesaggi sono più poveri e mancano tutte le comodità di cui noi piano, piano ci siamo abituati. Se il paragone però viene fatto con gli altri paesi del terzo mondo e con i paesi sudamericani non ci sono dubbi, Cuba è un gran paese.
Vorrei lasciar da parte la situazione politica che sicuramente influisce in larga maniera sulla popolazione, ma vorrei soffermarmi di più sulle peculiarità di questo favoloso popolo. Cuba è abitato da persone coltissime, la cultura qua è un diritto che tutti hanno e qualsiasi Cubano con cui ho a che fare è laureato e continua ad aggiornarsi di continuo. Qua la scuola in pratica non finisce mai e anche chi lavora e ha lavori di responsabilità in contemporanea studia e si aggiorna su argomenti sempre nuovi, raggiungendo quelli che loro chiamano “livelli”. Qua tutti sono persone colte ed intelligenti e se in altri paesi poveri per motivi culturali la gente è un pochino meno sveglia, qua è l’esatto contrario. Il bisogno di arrangiarsi e la vita difficile hanno fatto il resto, creando una generazione di quelli che io chiamo FENOMENI, i ragazzi cubani infatti forse sono meno interessati alla rivoluzione dei suoi nonni, ma questo mix di fattori ha creato una popolazione di giovani che scalpita per avere un posto in prima fila nel mondo del lavoro internazionale. Cuba infatti “sforna” medici, insegnanti, informatici etc. professionisti che manda a lavorare in giro per il mondo con ottimi risultati.
I Cubani lavorano si, ma non si ammazzano, i turni sono di 8 ore come da noi, con la differenza che qua fanno 8 ore davvero, non fanno straordinari e se non hanno niente da fare aiutano i colleghi. Questa è una cosa talmente naturale che a me sembra assurda. I vari dipendenti se vedono che un collega ha bisogno si rimboccano le maniche e lo aiutano, nel mio hotel vedo elettricisti che lavano i piatti o idraulici che fanno i facchini, tutto con una naturalezza che ai nostri occhi è quasi assurda, ve lo immagino in un hotel in Italia l’elettricista che per aiutare un collega lava i piatti … Lavorano e non si ammazzano perché dopo 8 ore devono tornare dalla famiglia! E questo è un punto fondamentale che apprezzo su Cuba, noi che viviamo nei paesi attanagliati dal consumismo lavoriamo ore e ore per acquistare sempre più beni inutili, questo anche sacrificando la famiglia che vediamo sempre meno e abbiamo sempre meno tempo da dedicargli. Qua a Cuba invece non hanno niente, lavorano per mangiare, ma con tutti questi problemi riescono a stare con la famiglia molto più tempo di noi, si danno molte più attenzioni e hanno su questo fattore la loro gioia di vita, a differenza nostra che puntiamo a cose molto più materiali come la macchina nuova, la casa più bella o i vestiti di marche che qua non sanno manco cosa siano. Noi abbiamo tutto e loro non hanno niente, ma chi sta meglio noi o loro?
Adesso con questo testo non vorrei far credere che qua sia un paradiso terrestre, Cuba e’ un paese pieno di difficolta’ sopratutto economiche, ma diciamo che non stanno cosi’ male come mi immaginavo. Aiutooo, mica staro’ diventando comunista???